ciò che mi è successo ultimamente mi ha dato spunto per questa riflessione: sembra che una delle cose più ostiche e più difficili per il genere umano, sia quella di ammettere di avere sbagliato.
credo che la riluttanza ad ammettere gli errori dipenda da una specie di timore di apparire ridicolo, invece una persona può essere abbastanza intelligente da riconoscere uno sbaglio fatto e sinceramente desiderare di confessarlo.
Alcuni però preferiscono accettare le conseguenze che derivano dall'aver taciuto (fino al danno che può ricadere su altri) piuttosto che affrontare la verità...perchè no? anche con un sorriso che possa stemperare quando non parliamo di fatti che, in sè, potrebbero risultare irrilevanti.
Questa la trovo una disciplina (quella della comprensione dell'errore) che ha uno spirito d'amore e un'ammissione di umiltà che ci rende più grandi. Se è comprensibile la paura, non mi piace chi non si rende conto in tempo e non tenta di ripristinare appena possibile. Come in tutti gli sforzi, se ci ripromettiamo di migliorare, sarà sempre più facile e agevole evolvere.
Siccome non sappiamo mai quanto siano trascendenti le nostre azioni, io sto imparando a rettificare al meglio delle mie possibilità ogni sbaglio. Quanti errori di giudizio e di interpretazione facciamo? e quanti vorremmo farci perdonare? Allora dobbiamo accettare le conseguenze dei nostri errori con onestà e senso di simpatia!ho ancora molte cose da imparare e tante buche in cui inciampare...devo per forza affidarmi al coraggio dell'umiltà!
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